
COSMIOCOMICA PASQUALE
Dopo una dura giornata a lavoro, passata in ospedale a rincorrere la morte per lunghi corridoi maleodoranti, nell’ardore dell’essere e nell’oscurità che trascende l’essere afflitto dal male , ritornai a casa stanco ed avvilito mi gettai sul letto come se fossi un sacco , chiusi gli occhi dolcemente e mi abbandonai in un dolce sonno ristoratore Ricordo a mala pena cosa accade quella notte illuminata da una grande luna, in cui improvvisamente mi sentii posseduto da una immensa forza , afferrato dallo scorrere del tempo viaggiai attraverso lo spazio verso altri dimensioni mi ritrovai al risveglio su un pianeta misterioso , ove ogni cosa si rigenerava da sola in un circolo naturale di forme e contenuti che generavano mostri ed idee solitarie con ali di pipistrelli , dall’espetto disumano . Giunto su quella misteriosa, terra mi senti perduto, mi guardai intorno , tutto mi era estraneo, solo, inerme, incapace di reagire ad una serie d’eventi soprannaturali , un vento sottile e nefando , solcava quella terra desolata. Mi vedevo morire , in un vortice di forze contrarie , tra le spire di un serpente enorme , non riuscivo ad uscire dalle profondità del mio essere a risalire verso una ipotetica superfici. Impiegai molto tempo per capire cosa mi stesse accedendo , dove fossi. E tutto quello che vedevo era meraviglioso , bello, profondo come l’universo come gli occhi di una fanciulla, il sorgere di una vita primordiale che prendeva forma dal nulla , lava che scorreva dalla bocca dei vulcani , scendeva verso valle , travolgendo ogni cosa ed ogni cosa distruggeva lungo il suo cammino . Faticai tanto per trovarmi un rifugio . Lo trovai tra le rocce vulcaniche , una piccola grotta, li m’accampai come un primitivo , come se fossi un uomo di Netherlands, infreddolito , con gli occhi lucidi , affamato . in quel mio nascondiglio incominciai a rammentare la mia terra d’origine , minuscola, lontana anni luce. Ripercorrevo con la mente , invasa da molti incubi , assediata da molte paure, la sua incredibile storia . Rammentavo generazioni e generazioni, d’esseri umani , civiltà distrutte dal desiderio di potere, di voler giungere ad nuovo punto ad un altra conquista in un'altra vita nata dalla morte altrui. Lontano mi sembrava irraggiungibile , quel mio piccolo luogo natio , divorato dall’odio incontrollato dei suoi abitanti. Di notte raggomitolato nella piccola grotta potevo vedere rilucere immensi corpi celesti, astri frantumarsi , scoppiare in cielo luci ed astri , mostri immaginari affacciarsi alla mia coscienza . Un grande freddo , gelava il mio corpo , provavo assai paura, mi sentivo infinitamente solo , avrei voluto ritornare indietro, ma non sapevo come fare. Mi sentivo immensamente solo ,nessun altro essere vivente sembra abitare quei luoghi .
Oggi dopo lunghi mesi di permanenza ho imparato a spiccare grandi balzi in avanti, grazie alla mia esile forma corporale e alla diversa legge di gravità del pianeta da cui provengo. Continuamente provo a ricordare ciò che ero stato e come sia potuto accadere una cosa del genere forse continuo a dormire , viaggio nel mio sognare , è forse tutto un sogno e chi sa da un momento all’altro mi sarei svegliato , mi sarei alzato dal letto dove mi ero tuffato, dopo quella lunga giornata passata a lavoro e tutto sarebbe ritornato normale . Avrei continuato a vivere, la mia vita sarei ritornato ad essere quello che ero sempre stato . Sarei ritornato a passeggiare per le strade della mia piccola città , a rincorrere i miei sogni e le mie vanità di uomo là nel mio paesello, un uomo tra tanti uomini , con in mano un fiore da portare sopra una tomba , con un cero da portare verso il cielo . Desto nel mio sogno l’avrei scalato nella mia solitudine d’uomo. Provavo a ricostruire il mio passato ,la mia vita un tempo passato sulla terra. Tutto mi era incredibilmente , incomprensibile , come la vita, la morte non rammentavo neppure chi fossi e cosa ci facessi da solo su quel grande immenso pianeta. Con il tempo poi pian piano , ho preso coraggio, ho provato a capire cosa mi stesse accadendo , compiendo un lungo viaggio all’interno della mia coscienza per così meglio comprendere da dove vengo, chi ero , chi sono.
Ho rammentato ,la mia città natale . I miei amici d’un tempo
il mare che si confondeva con l’azzurro del cielo .Mi ripromisi: Se riuscirò a sopravvivere , ho in mente di creare una nuova civiltà ,nuove generazioni d’esseri viventi meno prepotenti e vendicativi . Voglio creare una civiltà d’amore ove tutti possono vivere in armonia con gli altri. Questo pianeta è così grande ,la fitta vegetazione si trova per la maggior parte sulle alte montagne vulcaniche. Per il resto è deserto , fatto di anfratti , ove puoi scendere giù in gole profondissime ed entrare nell’immenso e terribile sottosuolo alieno. La paura m’accompagna passo dopo passo , ma vado avanti e non passa giorno in cui non scopra qualcosa di nuovo . L’altro giorno ho trovato una cava ove le parete erano d’oro massiccio e di platino. Con la forza delle mie braccia ho strappato alla roccia diversi chili d’oro .Un bel pò lo conservato in una sacca, altro durante la salita causa il peso eccessivo ho dovuto buttarlo via . Oggi scambierei volentieri tutto l’oro trovato con qualcosa di buono da mangiare . Mangio dell’erba commestibile , piccoli animaletti che sono difficili da catturare, serpentelli neri dalle capocchie di spillo che strisciano nella polvere, si muovono tra le dune, rade , dove l’erba commestibile cresce. Per acchiapparli ci vogliono ore, in primo momento avevo paura che fossero extraterrestri , esseri capaci di divorarmi , poi preso coraggio ne afferrai uno e gli diedi un morso sul dorso, fu la fame la disperazione il serpentello era dolce ed il suo sangue mi dissetò. Mi senti forte , poi mangia l’erba commestibili filamenti sempre verdi smeraldo dal sapore di merda. Per bere un po’ d’acqua invece bisogna salire in alto sui monti per dissetarsi e fare scorte .
Sono giorni che cammino in questo deserto di pietre minerarie.
Sono stanco, mi sembra di vagare in un labirinto .
Che cosa c’è, andando avanti ?
Forse me stesso
Non aver paura tutto ti sarà chiaro
Oh come vorrei che una luce illuminasse il mio cammino
Tu sei te stesso fin in fondo alla tua credo
Oh mio signore luce del mio cammino perché mi hai abbandonato ero tuo figlio
Ora sei il padrone sei un dio a pari di me
Io vorrei ritornare ad essere un uomo
Hai scelto di essere dio e sarei l’origine di una nuova specie
No perché mi condanni a questo peso
Perché il perché e per gli sciocchi
Io vorrei essere cretino e continuare a vivere
Non farti prendere in giro dal tuo destino
Mi spingi verso un baratro
Io cerco di salvarti di esserti vicino sono la tua luce sono quello che hai sempre creduto
Non posso credere d’essere ciò che dici io un Dio
Si non sei contento tutto ti e chiaro ora vai
Dove vado io non so neppure dove mi trovo
Questa terra ora e la tua terra
Io non mangio un piatto di maccheroni da mesi non bevo un sorso di vino da anni vorrei una donna con cui giacere ,vorrei un figlio mio
Avrai ogni cosa a tempo debito non aver paura tutto e scritto
Gia vorrei essere certo di farcela
Io ti sono vicino illumino la tua notte sorreggo il tuo animo dagli affanni
Vero che l’incontrario di questa morte tu mi appari come l’eterna salvezza. Tu dio dei mie padri ora dio del mio illudermi della mia presunta salvezza
Io sono la certezza
Io sono indifferente io
Io sono la via di mezzo
Come vorrei crederti
Tu sai io chi sono, la verità e la vita
Misteriosi luoghi ho avuto modo di conoscere durante le tante escursioni luoghi in cui vivono varie forme intelligenti , microorganismi , piccoli esseri fatti di carne ed ossa, inoffensivi a vederli , poi terribili dall’affrontare capaci di trasformarsi in pericolosi esseri. Ho paura , mi nascondo mi camuffo , mi guardo sempre le spalle forse da un momento all’altro potrò divenire cibo per gatti cibo per quei esseri mostruosi .
Paradisi o inferni alieni ,deserti sconfinati ,luoghi
ignoti e pericolosi intorno a me .
Un vento strano , freddo, soffia forte la polvere finisce
per accecarmi e non vedo più dove metto i piedi .
Cado perdo i sensi e rimango lì per l’intera notte stellare
disteso per terra preda dei tanti mostri di questo pianeta sconosciuto . La luce degli astri mi coglie all’improvviso ancora riverso per terra. Quando apro gli occhi mi ritrovo vicino a una grande roccia dalla forma ovoidale. Provo ad alzarmi ma vado a sbattere il muso proprio su quell’ enorme masso dalla forma di uovo. Faccio un balzo indietro non credo ai miei occhi incomincio
a domandarmi cosa è mai quel grosso uovo lì davanti a mè .
Poi comprendo : non è possibile stento a crederci .
Urlo di gioia : Un uovo, grido ho trovato un uovo in questo
deserto pianeta . L’uovo l’origine stessa della vita primordiale cellula creatrice di ogni forma di vita primaria.
Ovoidale è la terra ,l’uomo è l’uovo sono dei sinonimi
sembrano avere pari origini. Meglio un uovo oggi ,che una gallina domani ripeto tra me .
Questo uovo è una sorpresa , una soluzione ad ogni mio problema.
La sacca embrionale d’una nuova vita.
Dentro un uovo puoi trovare ogni cosa.
Ricordo da piccolo nel rompere l’uovo regalatomi
da miei nonni nei giorni prossimi alla Santa Pasqua terrestre
vi trovai dentro un piccolo gnomo barbuto e sorridente.
Un mio amico, stessa marca d’uovo un rabbino arrabbiato .
Nella mia classe , qualcuno trovò nel suo uovo dei buoni voti ,
qualcuno dei profilattici , chi dei vibratori , chi una bambola gonfiabili che poi non sono propri dei regali consigliati per dei ragazzi adolescenti quali eravamo ma tutto fa brodo . Chi cercava allegrie, gioie , saggi e maghi come nel mio caso pronti a insegnarti tante cose importanti della vita ebbe una amara sorpresa ricordo che qualcuno pianse lo andò a dire all’insegnante che non si tenne il misfatto e chiamo i nostri genitori per informarli dell’accaduto. Ed il gnomo baffuto fece la sua apparizione rubo tutto le uova di cioccolato e li diede ai poveretti qualcuno ebbe mal di pancia chi decise di farsi suora chi prete . Che venne il papa da Roma e disse questa cioccolata non va mangiata cosi il professore chiamo il preside per infirmarlo dell’accaduto la notizia apparve su tutti i giornali e fu informato anche il presidente della nostra nazione. Quell’uovo di cioccolato fece scoppiare una guerra che condusse ad una nuova guerra e poi ad una guerra nucleare e ci furono milioni di morti . La terra si stava quasi per autodistruggere .
Crebbe pian piano in me ora la voglia di scoprire all’interno
di quell’ uovo che avevo davanti cosa mai ci fosse dentro?
Forse una vita migliore, un essere primordiale, piccolo , indifeso come mi sentivo io in quel luogo ameno. Immaginavo tante cose e tanti mostri mi apparivano alla mia immaginazione in una lotta impari contro mostri d’ogni genere ,esseri metafisici frutto della mia ragione poetica. Non avevo il coraggio di romperlo, mi tremava la mano , indietreggiavo, saltellavo, cercavo di romperlo , cercavo di trovare la forza di farlo ora o mai più.
Così tirai giù un poderoso colpo con una mazza dopo vari tentativi lo colpì giusto al centro, aprendone una piccola falla .
Uno strano liquido incominciò ad uscire e improvvisamente
prese vita , strani enormi granchi dalle chele terribili si materializzano dal nulla . Provai a scappare via.
Ma un granchio gigante m’ afferrò il piede , quasi mi saltò addosso, pronto a divorarmi , quando tutto ad un tratto un altro granchio corse sul dorso del più grande e afferrandogli la minuscola testa tra le chele lo divorò lentamente ,per poi svanire sotto terra . Terrorizzato non sapendo cosa fare provai a correre a fuggire ,inciampai , caddi , tentai d’alzarmi vedi cosi dall’uovo rotto uscire fuori strani animali preistorici , creature mitiche , Titani Ciclopi , ecatonchiri , fiumi melmosi il mio tentativo
di fuggire via da lì falli improvvisamente. Esausto mi fermai
a guardare sbalordito ,schiudere completamento quel grosso strano uovo trovato per caso. Dopo aver visto uscire fuori un migliaio d’animali una strana figura umana mi apparve controluce . Era una deliziosa piccola fanciulla , nuda dai lunghi
capelli biondi , dai grandi occhi verdi, dalle forme umane , nuda , liscia , perfetta, curve sinuose , lascive , procace, simile ad una dea immobile e spaventata rannicchiata in se stessa . Farfugliò strane parole , balbettò uno strano linguaggio gutturale , assai primitivo quasi animalesco che mi fu difficile capire . Aiutandosi con i gesti delle mani riuscì a farmi capire di aver bisogno d’aiuto .
Mi precipito ad aiutarla la sollevai ,cercai di riscaldarla
con il mio corpo. Avvertivo in lei una profonda paura per qualsiasi cosa che la circonda. Nei suoi grandi occhi simili al colore dell’ambra ,leggevo in lei i suoi pensieri , le sue emozioni primitive , pensai tra me :ho finalmente una compagna , qualcuno con cui parlare , provare dell’emozioni comuni.
Dio ha soddisfatto il mio desiderio d’essere padre .
Posso continuare a vivere , sperare, amare.
Ti ringrazio Iddio per la tua clemenza.
Bada questa è mia figlia trattala bene
Non preoccuparti sarò per lei un figlio e padre sarò il marito
sarò il suo amore
Bada no farle del male
Mai e poi mai
Giura
Giuro su ciò che mi sta più caro
Va bene te l’affido
Amatevi gli uno con gli altri nel mio santo nome
Sarà fatto non preoccuparti
Non chiudere la porta in faccia alla giustizia
Per carità sarà sempre aperta
Non fare molti figli
Userò ogni precauzione concezionale
Non esagerare , devi creare una nuova civiltà
Faro il mio dovere
Ti adoro mio signore
Ora vado non voglio perdere tempo prezioso
Ma di tempo ne avete una infinita
Quando sarai vecchio non spegnere la luce della saggezza
I sentimenti sono miti
Apri la porta agli ultimi
Faro quello che andrà fatto
Sono passati quindici anni anni da quando trovai Gea cosi ho chiamata la mia compagna , uscita da quell’ uovo , uscito fuori da chi sa dove .
Abbiamo generato insieme in pochi anni dodici figli di cui alcuni dall’ enorme forza e di bell’ aspetto, eccezionali in ogni cosa facciano, dotati di misteriosi poteri sovrumani , provvisti di più braccia e gambe ,sulla terra verrebbero visti come dei mostri . Qui sono padroni di spazi infiniti e sconosciuti.
Signori di modi infiniti e sconosciuti , signori della vita e della morte di ogni cosa viva in questi luoghi.
Qui possono vivere in pace lontani da ogni malvagità e iniquità. Crescono a dismisura sono dei veri giganti molto più alti di me di quattro volte.
Faccio fatica a tenerli a bada .
La madre li protegge e li cura , asseconda ogni loro capriccio.
Dopo tante vicissitudini , bisticci , incomprensioni di vario genere ho deciso di ritirarmi a vivere da solo su un’alta montagna .
Tra i boschi , ricchi d’alberi bellissimi . Da qui osservo la vita scorrere vedo mondi in lontana stelle dall’intensa luce , universi che si muovono in altri universi e mi trascinano verso mondi infiniti e dolcezze senza limiti. Medito molto, m’esercito a sviluppare i miei poteri . Riesco ad alzare pesi enormi senza alcuno sforzo .
A mutare il corso degli eventi climatici con la volontà del mio pensiero. Pur cosciente della mia forza e dei mie poteri continuo a provare dentro di me un profondo dolore un sordo rancore verso i miei figli che non hanno compreso il mio amore verso di loro. Questo mi rattrista molto. Piango mi dispero vorrei averli tutti con me come quando erano piccoli. Gea non la vedo più da molto tempo l’altro giorno mi sembrò d’aver visto Iperione aggirarsi nei paraggi della mia capanna di legno. Ho provato a inseguirlo lo chiamato numerose volte l’eco delle mie parole risuonava sordo tra i monti . La mia voce si perdeva nell’eco del nulla . Iperione era una sagoma che vagava lontano dal mio sguardo, si perdeva ai confini del mio essere padre , nella mia veneranda età. . Così ho compreso d’essere rimasto di nuovo , solo senza alcuno che mi voglia veramente bene. Solo di nuovo con me stesso senza dio o come un dio che attende un nuovo dio per rinascere dalle sue paure d’essere come me prigioniero in questo Eden in questo lontano pianeta disperso nella grande galassia d’alpha centauri.
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