Il romanzo racconta splendore e decadenza della “città dei cenci”, cioè dell’ex capitale toscana del tessile (quella, per capirci, dei libri di Edoardo Nesi), attraverso le avventure di un solitario casellante autostradale. Tra illusioni giovanili e azzardi tragicomici, truffe, amori, pestaggi e disinganni, intorno al protagonista si muovono, in una sorta di girotondo bizzarro e malinconico, una troupe cinematografari romani in trasferta per motivi loschi, industriali debosciati che passano di festa in festa tra la Versilia e le colline leonardesche del Montalbano, una donna misteriosa e un vecchio pittore che dipinge solo la villa Medicea di Artimino, sullo sfondo di una Filato/Prato a cavallo tra gli anni Ottanta del’”età dell’oro”e la crisi dei primi Duemila.