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Mi scuso per la breve digressione, ma il riferimento al manga mi ha incuriosito perché di sicuro è un bel successo per un italiano. È possibile avere il riferimento al titolo per reperirlo? Grazie in anticipo.
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Meglio così, almeno ci hai tolto un po' di ansia. Del resto se sei un autore di Urania, come hai scritto, non è certo il tuo livello. Ho dato uno sguardo a un paio di paragrafi dell'estratto del vincitore del loro premio annuale giallo-thriller... Insomma, da quel che avevo letto speravo ci fosse uno straccio di editing. Lasciamo stare.
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E quindi? Per finire nel doppio binario: "Case Editrici che possono, in varie forme ma non sempre, chiedere un contributo", a me non sembra la stessa cosa di riservare la partecipazione a un premio legato a una rivista, a chi sia abbonato a quella rivista (e direi che il motivo è semplice da comprendere). Per esempio sono stato obbligato a iscrivermi a un sito per leggere i commenti nel forum, il "principio" mi sembra lo stesso e ne comprendo la logica, come non comprendo la logica che sta dietro il solito costume italiano di partecipare a iniziative senza conoscere il destinatario ma tanto per approfittarne. Un po' come quando le case editrici chiedono di aver letto i libri che pubblicano prima di mandare proposte a casaccio. Le collane Mondadori Urania, Segretissimo, Gialli... prevedono che per partecipare ai loro premi sia necessario allegare il tagliando di acquisto di una copia dei libri delle relative collane, tuttavia non mi sembra di trovare la Mondadori nel doppio binario. Poi, per il premio non legato a racconti per riviste specifiche ma a romanzi, l'Odissea, il bando recita: "La partecipazione al Premio Odissea è aperta a tutti." Poi se vogliamo continuare ad arrampicarci sugli specchi, buon proseguimento.
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No, nessuno pubblica a pagamento e si partecipa al loro premio con tassa d'iscrizione, come un altro milione di premi.
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Sì, ok, è come dici tu. Ripeto, visto che la politica è la stessa, che nessuno paga e che la gente che gestisce è la stessa con la medesima filosofia, perché la stessa casa editrice (a parte le quisquilie fiscali che piacciono tanto) è in due settori diversi. E tempo fa l'ho scritto anche di là, perché cosa palesemente assurda.
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Davvero? Ma pensa... E io che credevo che visto che hanno la stessa sede legale, vendono libri attraverso lo stesso portale (che guarda casa si chiama Delos), hanno gli stessi soci fondatori e che c'è scritto che Delos Digital srl è una società partecipata dall'Associazione Delos Books, fossero tutti indizi evidenti. Quindi, a parte gli scherzi (visto che è gente che conosco), ripeto: come può la stessa casa editrice essere nelle aree "free" e "doppio binario" contemporaneamente?
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Domanda: come può la stessa casa editrice essere nelle aree "free" e "doppio binario" contemporaneamente?
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Conosco abbastanza i loro prodotti e chi ha pubblicato con loro: ebook e cartacei (quelli che ritengono avere più mercato), mai chiesto soldi né acquisti. Hanno un premio per romanzi di genere con una corposa quota di partecipazione, ma è specificato che nella quota è compresa l'associazione con conseguenti sconti, una scheda di valutazione del romanzo (quale premio la fa?) e una copia del romanzo che vincerà il concorso. Mi sembra tutto molto onesto e trasparente. Trovare la Delos nel doppio binario mi sembra francamente errato, soprattutto a fianco di editori che chiedono contributi in modo palese. Oltre a questo, è una casa editrice che pubblica anche nomi nostrani di rilievo e autori di varie nazionalità e decisamente di nome con un gran lavoro alle spalle, per quel che ne so.
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Appunto, proprio quel che intendevo.
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taxidriver ha iniziato a seguire Arkady
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Tre considerazioni: 1) Che sia l'autore a dire all'editore che un testo non necessiti di nulla, è divertente, dato che l'autore è sempre l'unico a non potersi permettere di affermare una cosa simile. 2) Ch'io sappia, gli editori stabiliscono un piano editoriale di certo non sulla base della necessità di lavorare o meno a un testo. Sarebbe ridicolo. 3) Mi permetto di far notare, ma non è una polemica, come in una sola frase sia stata dimostrata ben poca conoscenza del mondo editoriale. Poi uno è liberissimo di scegliere e trarre le proprie conclusioni, ci mancherebbe. Per tutto il resto, ci sono gli editori istantanei o Amazon. Io pagherei per dover aspettare nove mesi, dato che l'ultimo contratto che ho firmato prevedeva due anni per la pubblicazione.
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Ai tempi delle pubblicazioni rapide e veloci (che pretendiamo tutti per poi lamentarci di qualità e quant'altro), questa dovrebbe essere una buona notizia.
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Il tempo è galantuomo. Sono felice che molti stiano risolvendo la situazione.
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Sfugge il fatto che autori affermati hanno agenti, hanno già a disposizione grandi case editrici con, spesso, opzioni e, non da ultimo, non vanno certo a immischiarsi in premi letterari. Credo sia una questione, oltre al resto, anche di immagine.
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Solo che non comprendo il perché di una cifra così esorbitante. Nulla da dire sulla serietà dell'iniziativa, anche perché non ne so abbastanza.
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Direi che questo era ovvio. Senza doverlo spiegare, esattamente come avranno un gruppo di lettori per la scrematura iniziale. Piuttosto, la domanda è una sola: quale casa editrice si può permettere di "buttare" una cifra così esorbitante quando tutti sanno che anche con un premio di 5.000 euro parteciperebbe lo stesso numero di autori? Basta guardare il premio Io Scrittore. Mah...