Fos87 0 Segnala allo Staff Inviato 24 marzo 2011 Anche gli occhi come carboni ardenti vanno per la maggiore Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Feleset 694 Segnala allo Staff Inviato 24 marzo 2011 Anche gli occhi come carboni ardenti vanno per la maggiore Ehm... sarebbero occhi neri e arrabbiati? XD Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Ospite Segnala allo Staff Inviato 24 marzo 2011 Mi confesso, perché ho peccato... una volta, seppure con intento ironico, ho usato l'espressione "un attimino" nel senso di "un pochino" (sono già stata fustigata per questo XD) Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Ran.ya Sumi 5 Segnala allo Staff Inviato 25 marzo 2011 A destra e manca. Personalmente ho l'opinione che questa stoni meno nel parlato che nello scritto. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Fos87 0 Segnala allo Staff Inviato 26 marzo 2011 Anche gli occhi come carboni ardenti vanno per la maggiore Ehm... sarebbero occhi neri e arrabbiati? XD Possibile, ma l'espressione ultimamente viene usata soprattutto per vampiri/licantropi/topi mannari. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Gargaros 6 Segnala allo Staff Inviato 7 aprile 2011 Allacciandomi a quanto detto da Feleset, quando si parla di capeli neri lisci: cadevano sulle spalle come una cascata notturna Brrr, ho perso il conto di quante volte l'ho letto nei principianti TUTTE le frasi fatte vanno evitate come la peste.... anzi, come un nano arrapato durante l'Oktoberfest Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Kyra 0 Segnala allo Staff Inviato 20 aprile 2011 tutte le frasi con il "come" freddo come il ghiaccio azzurri come il mare pare che chi legge non sappia che cosa significhino le parole freddo ed azzurro :queen: poi si le frasi fatte... io abuso di una frase e mi son accorta rileggendomi: immobile come una statua... mi son fatta venire il nervoso da sola Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Braveheart 4 Segnala allo Staff Inviato 20 aprile 2011 Ok, ma se uno/qualcosa non è "freddo/a come il ghiaccio" è freddo/a come? Se specifichi che qualcosa o qualcuno è freddo, non lo descrivi già abbastanza? Le similitudini servono a specificare meglio il significato, io, personalmente, tra "freddo" e "freddo come il ghiaccio" non ci vedo nessuna differenza. Freddo, poi, è una sensazione così comune che descriverla ulteriormente con una similitudine mi pare proprio superfluo. Se devo fare una similitudine del genere, piuttosto scrivo freddo come la neve, freddo come una mattina d'inverno, freddo come lo sguardo di un boia, freddo come l'acciaio (ops, forse è un cliché!). secondo un espressione più efficace sarebbe "ghiacciato", o "gelato". Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
AlexComan 134 Segnala allo Staff Inviato 25 luglio 2017 Ehm... Si, lo so, il post (topic, discussione; boh, scegliete la definizione giusta, io mi devo ancora abituare con questi termini) è vecchio, ma volevo sollevare un piccola questione a riguardo. Per evitare cose tipo "Bob è freddo come il ghiaccio" e "immobile come una statua" non è meglio passare direttamente a "Bob è una statua"? "Bob era di ghiaccio" "Occhi di carbone" o "Gli occhi erano due carboni" e simili? Senza il come, senza la similitudine. O secondo voi va evitato anche questo? Le frasi fatte non piacciono nemmeno a me, ma a volte ho fatto uso di questa seconda forma. È sbagliato? Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Ospite 1.032 Segnala allo Staff Inviato 25 luglio 2017 @AlexComan E' solo un po' da dilettanti. Ciò però non vuol dire che non vada fatto. L'importante è migliorarsi. Magari la prima volta usa direttamente gelare sul posto, irrigidire, congelare, farsi di pietra e così via...se puoi scegliere le similitudini buttale nel cesso e tira lo scarico. Anche se ci levi il come la similitudine rimane. Invece sono da usare termini in senso figurato, più bello, più preciso e decisamente più corto. La similitudine, se proprio ti serve ribadire il concetto, puoi usarla dopo: Gelò, come se gli avessero strizato fuori dalle vene tutto il sangue. In definitiva la similitudine viene usata per descrivere, aggiungendo informazioni, qualcosa di già chiaro nella mente del lettore. In questo caso buttandoci dentro anche un pallore mortale. Gli occhi erano due carboni...anche il linguaggio poetico buttalo nel cesso. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
AlexComan 134 Segnala allo Staff Inviato 25 luglio 2017 @JPK Dike Okay, inteso. Però, a quanto noto, c'è un'avversione per le similitudini smielate. Se scrivo di una donna: Il suo vestito era un rosa tra la neve, mi daranno addosso tutti, un po' perché cliché, un po' perché posso semplicemente limitarmi a scrivere Il suo vestito rosso spiccava tra gli altri. Se invece scrivo Il suo vestito era una caccola sul fazzoletto, molti apprezzeranno la similitudine per il disprezzo che mostro verso quel vestito. Premetto che odio le smielate, ma in pratica stiamo dicendo che le similitudini non vanno mai usate? Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Ospite 1.032 Segnala allo Staff Inviato 25 luglio 2017 @AlexComan Io seguo queste due regole. 1) Se posso scegliere non le uso. 2) Se proprio ce la voglio mettere, mi assicuro che aggiunga qualcosa di concreto. Un giudizio, in particolare uno smielato, è difficilmente concreto. Soprattutto sel il libro è in terza persona. Se invece siamo in prima persona allora la questione cambia, avendo questa forma necessità di molte idee e impressione, le similitudini servono. Quello che puoi fare però è allora nasconderle. Quindi invece di dire il suo vestito era come una caccola spiaccicata, puoi dire, il suo vestito mi faceva venire in mente una caccola spiaccicata. Pur essendo una similitudine, è mascherata. Il lettore non la registrerà come similitudine ma come collegamento mentale che avviene nella mete del protagonista: lo guardo e penso a... Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Fraudolente 1.243 Segnala allo Staff Inviato 30 luglio 2017 Trovo anch'io fuori luogo l'abuso del piuttosto che come congiunzione, dell'assolutissimamente sì, del certissimamente si e del tremendo e quant'altro finale. Sembra quasi una moda... 1 Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
camparino 1.306 Segnala allo Staff Inviato 31 luglio 2017 Per me non bisogna avere paura delle frasi abusate. Se sono abusate, vuole dire che sono nell'immaginario. Stesso discorso per cliché e stereotipi. Sono collaudati e funzionano benissimo. Anche loro incontrano l'immaginario. 6 ore fa, Fraudolente ha detto: Sembra quasi una moda Ci sono tre modi per rovinarsi. Il gioco, le donne e andare contro la moda. Il gioco è il modo più rapido. Le donne, il più piacevole. Andare contro la moda, il più sicuro. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Fraudolente 1.243 Segnala allo Staff Inviato 31 luglio 2017 2 ore fa, camparino ha detto: Ci sono tre modi per rovinarsi. Il gioco, le donne e andare contro la moda. Il gioco è il modo più rapido. Le donne, il più piacevole. Andare contro la moda, il più sicuro @camparino, le mode passano, e tu filosofeggi... O porti ancora i pantaloni a zampa di elefante? Le frasi e le parole abusate servono a determinare l'epoca. Una sfilza cacofonica di piuttosto che e quant'altro non appartiene di sicuro agli anni sessanta del secolo scorso. Così, in un film ambientato ai giorni nostri, non vedresti gente vestita con la camicia stretta e dal collo larghissimo coi becchi, e con le braghe suddette... Il piuttosto che, a mio modestissimo parere (e beccatevi questo!), è abusato da chi vorrebbe sfoggiare proprietà di linguaggio e darsi una botta (e anche quest'altro...) Continuerei volentieri in questi lieti conversari, ma il lunedì, purtroppo, incombe. Auguro a tutti una bella settimana! Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Marcello 16.881 Segnala allo Staff Inviato 31 luglio 2017 10 ore fa, Fraudolente ha detto: Trovo anch'io fuori luogo l'abuso del piuttosto che come congiunzione, dell'assolutissimamente sì, del certissimamente si e del tremendo e quant'altro finale. Sembra quasi una moda... "piuttosto che" non è un semplice modo di dire abusato, ma uno scempio della lingua italiana per il quale dovrebbe essere previsto il carcere. Non è una caduta di stile che ci fa socchiudere gli occhi o accapponare la pelle, ma una fonte continua di ambiguità e di fraintendimenti. Partirò in treno piuttosto che in auto significa che mi rassegnerò a usare l'automobile soltanto nel caso in cui le linee ferroviarie o gli orari non coincidano con le mie esigenze, non che sceglierò un mezzo oppure l'altro a seconda dell'umore. E avrei potuto scegliere esempi più "estremi": Amo le donne piuttosto che gli uomini ... 4 Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Andrea28 1.010 Segnala allo Staff Inviato 31 luglio 2017 Avere le "farfalle nello stomaco". Insetti svolazzanti che girano indisturbati nell'apparato digerente. 1 Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Ospite Segnala allo Staff Inviato 31 luglio 2017 @AlexComan Ciao No, non è sbagliato, anzi: dagli esempi che hai fatto credi si tratti di due figure retoriche che come mezzo espressivo reputo molto pregiate, se originali e adeguate. Di solito danno un grande effetto evocativo e espressivo alla narrazione. Qualcuno diceva che trovare uno scrittore che ne produce di originali ai tempi nostri sta diventando sempre più difficile. Dunque. Nel primo caso si tratta a mio avviso di una similitudine. Caratteristica di questo tipo di figura retorica è il COME. La similitudine è come un buon frutto maturo, a mio avviso, e se ne coltivi e produci di tue, cogliendole dal tuo territorio interiore, aiutano a rendere più saporita e colorita la tavola della narrazione. Per farti un esempio, un autore moderno che ne è maestro è Haruki Murakami. Per quanto riguarda la seconda figura retorica si chiama Metafora: è in pratica una similitudine più asciutta in cui non si usa il Come. Sempre Haruki Murakami è un buon esempio moderno. La metafora veicola immagini e sensazioni, molto utilizzata anche in poesia, è una ciliegina all'interno di un periodo. Sempre se sono originali, e personali, e dosate come il sale, sono ingredienti molto pregiati del mondo scritto e immaginato. La metafora e la similitudine discendono direttamente dall'immaginazione, dagli scantinati della mente, dalle emozioni più primitive e incontrollabili, per questo serve un buon contatto interiore: scovarne qualcuna buona, tra il fogliame emotivo, è un ottimo allenamento. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Lemmy Caution 527 Segnala allo Staff Inviato 31 luglio 2017 Per quello che mi riguarda non c'è nulla di vietato nella scrittura, anche le frasi fatte. Per esempio un personaggio ordinario e monotono è normale che le usi parlando. Altro discorso è sulla voce narrante. (Difetto che per esempio ho trovato nei libri di Faletti) Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Fraudolente 1.243 Segnala allo Staff Inviato 31 luglio 2017 1 ora fa, Marcello ha detto: "piuttosto che" non è un semplice modo di dire abusato, ma uno scempio della lingua italiana per il quale dovrebbe essere previsto il carcere. E sull'entità della pena ne discuteremo... 1 Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Marcello 16.881 Segnala allo Staff Inviato 31 luglio 2017 1 ora fa, Enter ha detto: Sempre se sono originali, e personali, e dosate come il sale, sono ingredienti molto pregiati Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Stellina_90 60 Segnala allo Staff Inviato 5 settembre 2017 Non sono dell'idea di abolire ogni espressione idiomatica o frase fatta, perché sono espressioni di uso comune che per la gente hanno un significato, tranne quando sono fuori contesto o troppo oscure. Esempio: quando nei libri fantasy leggi "duro come corno" e ti domandi, come un deficiente, se parlino di corno animale o dell'albero (cornus, il genere cui appartiene il corniolo...si vede che ho lasciato la mia sanità mentale su Acta Plantarum, potrei persino riconoscere le piante in natura, se vado avanti di questo passo), perché è un'espressione troppo "di genere", come posso dire? tipicamente da fantasy anglofono (in italiano non mi sono mai imbattuta in questa espressione). In molti libri si dice "bianco come un cencio", che sebbene sia un'espressione che rende l'idea è tendenzialmente fuori luogo ai giorni nostri. Quante persone, oggi, sanno cosa sia un cencio? io lo so solo perché da bambina l'ho chiesto a mia madre. Sarebbe piú comprensibile sostituire, come spesso si fa, la parola "cencio" con "lenzuolo", che i lenzuoli esistono da secoli e si prendono due piccioni con una fava (ahia, una frase fatta): non esci dal contesto storico e ti fai capire dal lettore odierno medio. Indubbiamente, alcune espressioni di uso comune sono abusate, ma non tanto in generale, quanto all'interno dello stesso libro. Che una cosa sia fredda come il ghiaccio ci può stare una volta...ma se tutto ciò che è gelido è freddo come ghiaccio allora la cosa diventa pedante. Se proprio vi da fastidio il "freddo come il ghiaccio", in Argentina si usa "freddo come il culo del pinguino", quando ho chiesto da dove venga questa espressione mi è stato domandato "su cosa si siede il pinguino?", beh, considerando che nel sud della Patagonia e in Antartide fa freschetto... Secondo me le frasi con il "come" sono utili nel descrivere i colori. Non è che due persone con gli occhi blu li hanno blu allo stesso modo, c'è chi li ha davvero azzurri tipo ciano e chi li ha di quell'azzurrino slavato semitrasparente tipicamente descritto come "occhi di ghiaccio" o ancora i misti col verde. Gli occhi marroni hanno già nella lingua corrente tre distinzioni: nocciola, castano, marrone. Il primo è quel marroncino dorato, che grazie alla presenza del verde crea un colore giallo occhi di gatto, il secondo è il classico marrone chiaro che appare quasi dorato, il marrone è il colore scuro che alla luce del sole appare vagamente rosso (come i miei). Insomma, a meno di non voler dare i codici del Pantone, una descrizione o un paragone ci vuole, anche originale. Ho amato l'espressione "come il fiore del lino", usata da Verga per descrivere gli occhi blu di una ragazza, è un fiore dal colore simile al fiordaliso e che ti evita di usare la piú comune espressione "blu come fiordalisi". Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
v.boni 44 Segnala allo Staff Inviato 22 novembre 2020 Il 20/3/2011 alle 19:34, Calabash ha scritto: Se specifichi che qualcosa o qualcuno è freddo, non lo descrivi già abbastanza? Le similitudini servono a specificare meglio il significato, io, personalmente, tra "freddo" e "freddo come il ghiaccio" non ci vedo nessuna differenza. Freddo, poi, è una sensazione così comune che descriverla ulteriormente con una similitudine mi pare proprio superfluo. Se devo fare una similitudine del genere, piuttosto scrivo freddo come la neve, freddo come una mattina d'inverno, freddo come lo sguardo di un boia, freddo come l'acciaio (ops, forse è un cliché!). Il 20/3/2011 alle 18:15, cristin@ ha scritto: ma se uno/qualcosa non è "freddo/a come il ghiaccio" è freddo/a come? Io userei la parola che siginfica, letteralmente, freddo come il ghiaccio, ossia... gelido! Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
v.boni 44 Segnala allo Staff Inviato 22 novembre 2020 Il 31/7/2017 alle 06:04, camparino ha scritto: Ci sono tre modi per rovinarsi. Il gioco, le donne e andare contro la moda. Il gioco è il modo più rapido. Le donne, il più piacevole. Andare contro la moda, il più sicuro. Bella, è tua? Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
v.boni 44 Segnala allo Staff Inviato 22 novembre 2020 Io ultimamente sto affogando in un lago di sangue: mi son trangugiata tutta la serie Commissari della RAI e le vittime vengono sempre trovate in un lago di sangue. Sempre. Da orticaria, sembra quasi un tomentone. Epperò, quello che mi chiedo è: è così anche per il lettore? O magari lago di sangue viene ormai "letta" come un'unica parola come vittima, assassino, sventrato, dissanguato... cioè, è entrata talemnte tanto nell'immaginario collettivo da non esser neppure più notata come frase fatta? In questa scelta c'entra più la pigrizia dell'autore o la ricerca della familiarità con il lettore? 1 Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Effe_ 65 Segnala allo Staff Inviato 15 dicembre 2020 non smettere di sognare Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
dyskolos 1.037 Segnala allo Staff Inviato 17 dicembre 2020 Il 22/11/2020 alle 23:46, v.boni ha scritto: In questa scelta c'entra più la pigrizia dell'autore o la ricerca della familiarità con il lettore? Secondo me, entrambe ma la seconda prevale. Poi se conosciamo di persona l'autore e possiamo quindi escludere la pigrizia, perché sappiamo che è un bravo autore non incline a essa, la seconda non prevale, anzi è voluta, ricercata e va rispettata e basta. Il problema si presenta quando non lo conosciamo, ma ciò non significa che sia pigro per forza. Magari è una semplice scelta autorale. In genere non mi piacciono le supposizioni semplici sull'autore. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti