@Monica 53 Segnala allo Staff Inviato 23 settembre 2020 Capezzolo bianco ti offri alla voglia senza pudore e più forte si fa il desiderio di affondare la bocca su quel morbido seno che gronda latte per saziarmi Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
I'm sorry 127 Segnala allo Staff Inviato 23 settembre 2020 Ciao @@Monica quando si dice la poesia ermetica! Se mi permetti, visto che hai fatto venire il desiderio anche a me, vorrei partecipare: e completerei l'indovinello così: 12 ore fa, @Monica ha scritto: Di Bufala O capezzolo bianco che ti offri alla voglia senza alcun pudore e più forte si fa il desiderio di affondare le labbra sul tuo morbido seno che gronda latte per saziarmi di voluttà Ciao Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
@Monica 53 Segnala allo Staff Inviato 23 settembre 2020 @Gianfranco P ci hai preso! Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Stefano Verrengia 4 Segnala allo Staff Inviato 2 ottobre 2020 Il 23/9/2020 alle 07:52, @Monica ha scritto: Capezzolo bianco ti offri alla voglia senza pudore e più forte si fa il desiderio di affondare la bocca su quel morbido seno che gronda latte per saziarmi Ciao Monica. Direi che, essendo un'unica frase, vada analizzata nel suo insieme. Ho letto il titolo e ho pensato:"Una poesia in dialetto su una tettona? La leggo subito." Poi ho cliccato e mi si è aperta la pagina col tuo componimento. "Italiano" ... c'è stato, in me, un attimo di delusione. Mi aspettavo un testo verace in napoletano, o non so quale dialetto. Sai, quei testi "genuini e sporchi" che il popolo canta fra vicoli e viuzze tipo Spaccanapoli. Analizziamo, quindi, quel che ci troviamo di fronte. E' sicuramente un componimento schietto, e questo mi dà sempre piacere: disprezzo i testi arzigogolati che salgono su un piedistallo per ricevere gli applausi del "pubblico". In tal caso, però, non andiamo oltre la schiettezza. Manca la profondità, la condensazione, il mistero di un abisso. Un'immagine semplice, una scena quotidiana di bramosia e di lussuria (che è sempre un bene) che rimane scarna, senza sfumature che possano renderla tridimensionale. La critica che faccio al tuo componimento è molto semplice: l'idea di base è apprezzabile, ma il come viene elaborata e tradotta in versi no. A rileggerti: so che una poetessa o un poeta di rado modificano le proprie opere per altrui parere (ti capisco perfettamente) ma credo che tu possa tirar fuori veramente un bel pezzo se cambi "inquadratura". Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
@Monica 53 Segnala allo Staff Inviato 2 ottobre 2020 @Stefano Verrengia grazie moltissime del tuo passaggio. Non sono di Napoli e non mi permetterei mai di scrivere qualcosa in una lingua così preziosa e complessa. La mia zizzona è una boutade, non vuol essere che un piccolo omaggio. Un amico napoletano, mi ha rivelato che la zizzona è una mozzarella e io ci ho scherzato un po’ su. Condivido pienamente le tue parole. 🙏 Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Milarepa 106 Segnala allo Staff Inviato 3 ottobre 2020 mi trovai un giorno davanti a trecce e mozzarelle ed effettivamente provai quello che provò Monica. adorabili caseifici dove il latte assume sembianze solide per donarsi a bocche vogliose . se Shakespeare fosse stato ad Aversa forse il suo personaggio avrebbe esclamato : il mio regno per una mozzarella o come direbbe Monica per una zizzona. E se adesso si tenesse una conferenza che facesse incontrare tutti i proprietari di caseifici per scegliere la migliore poesia sui prodotti lattiero-caseari la scelta non potrebbe che cadere sulla poesia di Monica . è come se in ogni verso una vena di latte scendesse sulla successiva per bagnarla santamente in una sorta di bianco battesimo che libera da ogni ricordo di sapori passati. e alla fine nella voluttà si consuma questo amplesso lattiero-caseario in una sorta di coito verginale dove il latte della mozzarella si fa rimembranza di seni materni. eppure anche qui appare una macchia come in tutte le cose che odorano di mondo. l'immagine infatti richiama alla mente il ricordo di sant'Agostino che da bambino provò odio per un neonato che poppava, segno certo del peccato originale. e guarda caso il nome della madre era Monica. in verità il mondo si nutre di molti nomi e di molte azioni ma addentare una zizzona ci rende santi perchè il sapore rapisce la mente rapendo la mente ci scorda e scordandoci ci da vita vera. si potrebbe pensare alla mozzarella come ad un mezzo mistico per uscire dal mondo e io credo che in qualche modo era questo l'intento dell'autrice. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
AzarRudif 25 Segnala allo Staff Inviato 4 ottobre 2020 Naturalmente, dalla "zizzona" si passa, con la fantasia napoletana, alla "figliata". LA grandezza di una "zizzona" che si apre ed all'interno c'è un lago di latte o panna con dentro decine di piccole mozzarelle non più grandi di una polpettina. Sconsiglio di guardare i video online sennò domani farete chiudere la Campania Simpatici i versi, ma ci aggiungerei del prosciutto crudo che serve a mitigare l'eccessivo sapore di latte Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti