Cristina Einhver Segnala allo Staff Inviato 7 agosto 2020 Ero consapevole che avrei ottenuto solo d’essere trafitta dall’ago Lo sapevo in fondo, era un modo per attirare l’attenzione dell’infermiere Del mio poetastro preferito Mi ero illusa di essere la sua internata preferita Per le poesie recitate a voce bassa nello stanzino dei farmaci Recuperate da un cellulare scassato. Delle tante lacrime versate ne ricordo una A testimonianza dell’umanità violata Della mia pelle corrosa e dei miei occhi splendenti Andati perduti in eterno Perché ridi in questo reparto? Mi chiedevi Forse è per il gusto della rivoluzione, per mescolare le carte, che ti sorrido vedo che scuoti la testa e sorridi anche tu dentro. Non è forse vero che respiriamo la stessa aria, che condividiamo lo stesso inferno? A ruoli invertiti forse sorrideresti anche tu Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Roberto Ballardini Segnala allo Staff Inviato 13 dicembre 2020 @Cristina Einhver Questa poesia era fra quelle che mi sono capitate sotto gli occhi nel corso della settimana in cui ho fatto parte della giuria dei canti e mi ha colpito, malgrado non avessi capito tutto e presentasse alcuni passaggi che avrei modificato (è normale no? Credo succeda a chiunque scriva e legga poesia, senza per questo doversi sentire in cattedra. In fondo credo fermamente che in poesia non ci siano regole certe, solo diversi criteri di valutazione) e che magari poi passo a illustrare, per dare corpo al commento. Mi ha colpito, dicevo, perché le voci nuove, fresche, fuori dagli schemi - ma soprattutto credo quelle in cui riconosci, a volte persino senza capire il significato, una sincera autenticità di intento e non la pur legittima aspirazione al riconoscimento di merito - si riconoscono subito. E si riconoscono subito anche gli scarti strategici, le deviazioni dal prevedibile senso che si prospetta ad ogni nuovo verso che intraprendiamo. Perchè diciamolo, l'imprevedibilità è uno dei tratti fondamentali della poesia quando si vogliono oltrepassare i recinti della mera estetica formale e graffiare di più. Rileggendola ora, a distanza di tempo, mi vengono in mente ulteriori associazioni ad altre figure di poetesse che hanno vissuto esperienze in istituti psichiatrici più simili a prigioni e camere di tortura che non a centri di cura e recupero e mi dico che forse è il caso di andarle a recuperare fra le letture di gioventù (ben più varie e numerose di quelle attuali, ahimè) e rileggerle alla luce delle mie nuove esperienze e consapevolezze in ambito poetico. Detto questo, passo alle osservazioni a cui mi riferivo sopra: Il 7/8/2020 alle 15:15, Cristina Einhver ha scritto: Ero consapevole che avrei ottenuto solo d’essere trafitta dall’ago Lo sapevo in fondo, era un modo per attirare l’attenzione dell’infermiere Del mio poetastro preferito Mi ero illusa di essere la sua internata preferita E' un gran bell'incipit, che disegna già da solo una storia clinica di rapporti emotivi e di forza. Mi lascia perplesso il terzo verso. Se il senso è quello che gli attribuisco lo avrei delineato in questo modo: Lo sapevo, in fondo era un modo per attirare l'attenzione dell'infermiere, mio poetastro preferito Il 7/8/2020 alle 15:15, Cristina Einhver ha scritto: Delle tante lacrime versate ne ricordo una A testimonianza dell’umanità violata Della mia pelle corrosa e dei miei occhi splendenti Andati perduti in eterno Io collego quella singola lacrima a cui si fa cenno al passaggio successivo, cioè lo scambio domanda\risposta ma rimane un po' vago, se davvero il collegamento è quello. Il 7/8/2020 alle 15:15, Cristina Einhver ha scritto: Perché ridi in questo reparto? Mi chiedevi Forse è per il gusto della rivoluzione, per mescolare le carte, che ti sorrido Ridere e sorridere sono due cose diverse e visto che ritrovo entrambe le definizioni per rappresentare lo stesso gesto, o momento, la cosa mi dà una sensazione di approssimazione che preferirei risolvere usando lo stesso vocabolo, o uno o l'altro. Tutto qui. Sono comunque perplessità, magari anche infondate, che non mi hanno impedito di apprezzare molto il senso generale della poesia, così per come l'ho inteso io. Grazie della lettura, anzi della rilettura. Ciao Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Cristina Einhver Segnala allo Staff Inviato 14 dicembre 2020 @Roberto Ballardini Ti ringrazio davvero tanto per aver commentato. Aspettavo da tempo qualche parere e commento su questa poesia. Intanto, inizio con il dirti che a mio parere le tue perplessità non sono affatto infondate perché capisco che le vicende narrate nel componimento rimangono parzialmente oscure, anche se inserite in un contesto ambientale facilmente afferrabile. "Delle tante lacrime versate ne ricordo una ..." in questi versi mi riferisco all'esperienza piuttosto traumatica e distruttiva vissuta in reparto. Quella lacrima che rimane impigliata nella memoria e i versi seguenti attestano proprio questo, un senso di perdita di sé, l'impossibilità di archiviare l'accaduto e gli eventi precedenti che hanno reso possibile e, in un certo senso necessario, il ricovero. Per quanto riguarda la scelta di scrivere sia "ridere" che "sorridere", ti posso dire che ho voluto rendere manifesto proprio il fatto che spesso si confonde il riso con il sorriso. Mi è stato chiesto parecchie volte, anche in altri contesti, cosa avessi da ridere, quando, in realtà, il mio era un "sorriso accogliente" rivolto alla persona che avevo di fronte, al suo viso e alla situazione. Un caro saluto, alla prossima e grazie ancora! Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Cristina Einhver Segnala allo Staff Inviato 23 dicembre 2020 Grazie @queffe "E io ti avrei visto ridere" mi piace molto questo verso immaginario e il gioco sottostante che presuppone uno scambio di ruoli. A presto! Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Ippolita2018 Segnala allo Staff Inviato 4 gennaio Il 7/8/2020 alle 15:15, Cristina Einhver ha scritto: Non è forse vero che respiriamo la stessa aria, che condividiamo lo stesso inferno? A ruoli invertiti forse sorrideresti anche tu Ciao, Cristina. Avrei voluto commentare questa tua bellissima poesia dal primo momento che l'ho letta. Ora il tempo qui sul WD sta finendo, allora mi limito a complimentarmi con te e a lasciarti in spoiler il nome del nuovo forum, dove speriamo di incontrarci tutti. Un abbraccio, @Cristina Einhver. Spoiler https://www.costruttoridimondi.org/forum/ Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Cristina Einhver Segnala allo Staff Inviato 5 gennaio Ciao @Ippolita2018 Ti ringrazio per il link e i complimenti! A presto Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Sira Segnala allo Staff Inviato 10 gennaio Ciao @Cristina Einhver, che ci siamo trasferiti in un altro “mondo” te lo ha già comunicato la cara @Ippolita2018, io vorrei solo aggiungere, qualora ti facesse piacere seguirci, che ho già inserito una sezione denominata: “Attraverso le stagioni 2019/2020” nella quale potrai inserire i tuoi testi selezionati dalle giurie del Contest. Buona giornata. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti