Giuseppe Trovato Segnala allo Staff Inviato 30 agosto 2018 https://www.writersdream.org/forum/forums/topic/37875-la-tassa-sui-sogni/?do=findComment&comment=696677 Una sfera che non gira ma si scioglie nella pentola dell’universo è il luogo dove la vita era materia non organizzata. La sorgente delle anime e delle essenze, conteneva la coscienza pura. Stuprata dal vuoto infinito si frantumò in mille pezzi. Cocci scintillanti e attraenti Cocci architetti. Il pianeta di sale ha maledetto lo spazio condannando un futuro silenzioso dove il costrutto è disgregato, nell’eterna distanza della solitudine. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Arcadia Segnala allo Staff Inviato 1 settembre 2018 Ciao Giuseppe, grazie per aver contribuito con i tuoi versi. Mi ha colpito parecchio la tua poesia specialmente perché - non lo nego - in un paio di versi ho notato delle somiglianze con alcune delle mie. Non ho potuto resistere, quindi, di commentarla. Musicalmente non mi fa impazzire, soprattutto mi disturba l'impostazione assai ripetuta di far coincidere la fine del verso con la fine del periodo. Inoltre avrei preferito dei versi più brevi (prime due strofe) che, a mio avviso, sanno rendere meglio una sensazione tetra e tormentata come quella che si evince dal tuo componimento. Il 30/8/2018 alle 16:04, Giuseppe Trovato ha detto: Cocci scintillanti e attraenti Cocci architetti. Qui probabilmente avrei optato per: Cocci scintillanti cocci attraenti cocci architetti. Ancora, nell'ultima strofa avei osato con una maggiore allitterazione della "r" per rendere ancora meglio il tormento. Il contenuto di per sé è insindacabile e ovviamente ti appartiene ma possiamo ragionare sul significante e sulla resa, entrambe, secondo me, abbastanza buone. La purezza viene stuprata e si trasforma in solitudine, una solitudine di ricerca infinita, una malinconia, una speranza di un ritorno all'età dell'oro perduta. Sempre che ci sia stata quell'età dell'oro, parliamo di Sale, noto per inaridire non di certo per fertilizzare ma qui rischio di cadere nella sfera psicologica. Mi piace molto quello che sembra un rimando all'Iperuranio e al demiurgo platonici (rimando voluto o casuale?) inseriti qui, però, in un concetto di "stato di natura" delle anime per poi essere condannate all'eterna solitudine. A cosa ti stai riferendo? Alla solitudine interiore dell'incomunicabilità? Lascia molti interrogativi la tua poesia, mi piace, e soprattutto colpisce nel profondo. Come detto all'inizio avrei gradito una resa migliore ma sullo stile entra in gioco il gusto e il gusto, si sa, è personalissimo. Un abbraccio Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Mathiel Segnala allo Staff Inviato 2 settembre 2018 La tua poesia ha suscitato in me sensazioni contrastanti: non posso dirti, onestamente, che mi abbia colpito in particolare la tua scrittura, perché la trovo ancora un po' spigolosa, non scorre, credo che andrebbe levigata la materia (che però c'è). Quello che mi ha colpito e mi ha indotto a leggerla più volte è qualcosa nella tua voce, diciamo l'eco di vibrazioni lontanissime, ma inconfondibili. Premetto che non sono un'esperta in materia, ma da inesperta e appassionata lettrice mi sembra di aver riconosciuto la voce di un poeta, per quanto immatura. Come una voce fuori campo che ti suggerisce le cose e fa da tramite tra te e qualcosa di più grande di te. Il 30/8/2018 alle 16:04, Giuseppe Trovato ha detto: Il pianeta di sale ha maledetto lo spazio condannando un futuro silenzioso dove il costrutto è disgregato per esempio, qui sopra. Eppure non è che mi scorra benissimo ciò che scrivi, è proprio lo spessore della voce, a colpirmi. Se la leggo ad alta voce, mi vengono quasi i brividi, eppure non è il contenuto che tocca corde, è altro che credo tu sia in grado di veicolare. Quindi ora devi studiare e leggere tanto, per migliorare. Ti consiglio di ascoltare tanta musica, perché appunto sento ancora i bordi della tua poesia troppo ruvidi, fanno attrito Il 30/8/2018 alle 16:04, Giuseppe Trovato ha detto: Una sfera che non gira ma si scioglie nella pentola dell’universo è il luogo dove la vita era materia non organizzata. per esempio qui sopra, ancora ancora i primi due versi, ma il terzo sembra uscito da un manuale scolastico. Va bene la poesia in prosa o la prosa in poesia e altre simili diavolerie contemporanee, ma così proprio non riesco a farlo risuonare. Il 30/8/2018 alle 16:04, Giuseppe Trovato ha detto: La sorgente delle anime e delle essenze, conteneva la coscienza pura. e qui, sembra uscito da un manuale di filosofia. Le stesse cose potresti dirle in modo diverso, meno prosastico, che so: Pura coscienza, la sorgente delle anime e delle essenze non mi piace neanche così, ma è solo per farti capire cosa intendo! Il 30/8/2018 alle 16:04, Giuseppe Trovato ha detto: Stuprata dal vuoto infinito si frantumò in mille pezzi. Qui già ci siamo di più, secondo me. Ancora più incisivo e meno discorsivo se rinunci a qualche precisazione, per esempio: stuprata dal vuoto infinito, si frantumò o semplicemente togli quel 'in mille pezzi' che è gratuito e nulla aggiunge, visto che i pezzi sono implicati nel frantumarsi, e visto che poi riprendi tutto nel verso successivo Il 30/8/2018 alle 16:04, Giuseppe Trovato ha detto: Cocci scintillanti e attraenti Cocci architetti. non mi convince del tutto la resa, però questa strofa mi piace, la sento vitale e più libera, vedi, questo in un manuale non lo troveresti. Anche qui, potresti snellire, attraenti è implicito nell'essere scintillanti. Il 30/8/2018 alle 16:04, Giuseppe Trovato ha detto: nell’eterna distanza della solitudine qui lo avrei sentito meglio così: nell'eterna distanza della solitudine ma sono solo gusti personali. Una cosa che mi sembra di notare è la cura per la struttura geometrica del testo, per l'impatto visivo sul foglio. O sarà casuale? In ogni caso, come ti dicevo, credo che tu abbia le potenzialità. Ti suggerirei di rinunciare a ciò che non è assolutamente necessario, e poi di leggere ad alta voce (se non lo fai già) per capire se c'è un altro modo, per quanto meno legato alle regole della logica e della sintassi, che permetta al tuo testo di diventare anche musica, e non solo un testo ben strutturato. Più flessibilità e meno rigidità, insomma. A rileggerti! Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Mathiel Segnala allo Staff Inviato 2 settembre 2018 Ecco... come sempre premo invio senza rileggermi ovviamente l'alternativa che ti proponevo era: nell'eterna solitudine della distanza Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti