-
Chi sta leggendo 0 utenti
Nessun utente registrato visualizza questa pagina.

R. Vivian Literary Agency
Da
Hugo Riemann, in Agenzie Letterarie
Post raccomandati
Raccomandato
Mi ero ripromesso di scrivere qualcosa riguardo alla mia esperienza con questa agenzia (che mi rappresenta da questa estate) se e quando la rappresentanza avesse portato alla firma di un contratto o, se questo non fosse avvenuto, alla fine del rapporto.
Lo faccio ora, visto che si è da poco concretizzata la prima (senz'altro la più piacevole) delle ipotesi.
Inviai un testo nell'autunno del 2016. Invio spontaneo alla sua mail, nulla di più, nulla di meno.
Rita mi telefonò dopo un paio di giorni: aveva letto l'inizio, ne era rimasta colpita e voleva farmelo sapere, ripromettendosi di richiamarmi di lì a breve, una volta terminata la lettura.
Dopo una decina di giorni mi richiamò, dicendomi che il testo doveva essere migliorato e che, laddove lo avessi fatto in modo opportuno, si poteva parlare di rappresentanza. Nei mesi successivi le mandai un altro testo (che mi bocciò) e poi mi dedicai alla revisione del primo, che le rimandai nell'estate del 2017. Questa volta il testo la convinse e mi propose la rappresentanza. C'è da dire che la rappresentanza è sull'autore, non sulla singola opera, e questo è un aspetto interessante, perché fa capire se e quanto e come un'agenzia sia interessata al percorso di crescita di quel singolo autore, laddove esordiente o sconosciuto. Nei mesi successivi ha inviato il romanzo a diverse CE e alla fine della fiera è riuscita a convincere una Big, la Rizzoli, a investire sul mio testo, un testo di un perfetto sconosciuto (un testo di fantascienza tra l'altro, quindi quasi "impiazzabile" per definizione). Questo la dice lunga, per come la vedo io, sulle sue capacità di sapersi muovere nell'ambiente. Il contratto è molto buono (c'è anche un anticipo... per carità, piccolo piccolo rispetto agli standard delle grandi CE, ma per quanto mi riguarda il fatto che ci sia è quasi commovente). Le mie considerazioni su Rita: chiaramente non posso che essere soddisfatto del lavoro che ha svolto. La mia impressione è che lei porti avanti una delle poche agenzie che oggi puntano ancora sugli esordienti. Cosa vuol dire questo? Non che ne prenda chissà quanti, anzi... credo ben pochi e solo se "vede" qualcosa nel testo e nell'autore (il che non vuol dire che ciò che vede sia sempre oro e che ciò che non vede sia sempre rame... è una questione di gusti, di attitudini e di tante altre cose. ogni agente ha i suoi parametri, presumo... ed è normale che sia così). Una volta che vede qualcosa, ci prova, sempre che veda qualcosa anche nell'autore, perché poi il discorso diventa quello di dover fare un percorso assieme.
Il rapporto è importante: io l'ho toccato con mano il tempo che ha investito e sta investendo con me Rita: non parlo solo di riuscire a piazzare il primo romanzo, c'è anche l'aver letto per due volte due versioni del secondo che le ho inviato (ora le toccherà la terza), c'è anche aver letto il terzo (e le toccherà anche una seconda volta, visto che dovrò riscriverne una parte). Insomma: sono tante, tantissime ore lavoro che lei sta investendo su di me, proprio perchè lei investe sull'autore e cerca di farlo crescere con l'obiettivo di farlo diventare uno "Scrittore" (intendo uno che per mestiere scrive e basta). Tutto questo lavoro al momento lei lo sta facendo "in perdita", senza nessuna garanzia che le rientri nulla: quando uscirà il testo con la Rizzoli (tra un anno e più immaginiamo) nessuno sa se venderà o meno; nessuno sa se io riuscirò mai a diventare uno "Scrittore" vero. E se il libro non vende nulla, tanto da non arrivare all'anticipo datomi? E se nonostante tutto non riuscissi più a scrivere nient'altro di buono, di appetibile per una grossa CE? Queste ore lavoro a lei chi le ripaga? Insomma, investire su uno sconosciuto, per un'agenzia di un certo livello, è un rischio enorme. Vero è che puoi rifarti di tutto con gli interessi se lo scrittore "sfonda", ma in quanti "sfondano", in un mercato come quello italiano?
Per un'agenzia prendere un esordiente significa lavorare in perdita, almeno per 2-3 anni con assoluta certezza, poi si vedrà.
Chi si accolla questo rischio, oggi, tra le grandi agenzie? Pochi. Rita Vivian ha quindi tutto il mio rispetto per essere una di quei "pochi" che ancora "ci credono".
Dopo una decina di giorni mi richiamò, dicendomi che il testo doveva essere migliorato e che, laddove lo avessi fatto in modo opportuno, si poteva parlare di rappresentanza. Nei mesi successivi le mandai un altro testo (che mi bocciò) e poi mi dedicai alla revisione del primo, che le rimandai nell'estate del 2017. Questa volta il testo la convinse e mi propose la rappresentanza. C'è da dire che la rappresentanza è sull'autore, non sulla singola opera, e questo è un aspetto interessante, perché fa capire se e quanto e come un'agenzia sia interessata al percorso di crescita di quel singolo autore, laddove esordiente o sconosciuto. Nei mesi successivi ha inviato il romanzo a diverse CE e alla fine della fiera è riuscita a convincere una Big, la Rizzoli, a investire sul mio testo, un testo di un perfetto sconosciuto (un testo di fantascienza tra l'altro, quindi quasi "impiazzabile" per definizione). Questo la dice lunga, per come la vedo io, sulle sue capacità di sapersi muovere nell'ambiente. Il contratto è molto buono (c'è anche un anticipo... per carità, piccolo piccolo rispetto agli standard delle grandi CE, ma per quanto mi riguarda il fatto che ci sia è quasi commovente). Le mie considerazioni su Rita: chiaramente non posso che essere soddisfatto del lavoro che ha svolto. La mia impressione è che lei porti avanti una delle poche agenzie che oggi puntano ancora sugli esordienti. Cosa vuol dire questo? Non che ne prenda chissà quanti, anzi... credo ben pochi e solo se "vede" qualcosa nel testo e nell'autore (il che non vuol dire che ciò che vede sia sempre oro e che ciò che non vede sia sempre rame... è una questione di gusti, di attitudini e di tante altre cose. ogni agente ha i suoi parametri, presumo... ed è normale che sia così). Una volta che vede qualcosa, ci prova, sempre che veda qualcosa anche nell'autore, perché poi il discorso diventa quello di dover fare un percorso assieme.
Il rapporto è importante: io l'ho toccato con mano il tempo che ha investito e sta investendo con me Rita: non parlo solo di riuscire a piazzare il primo romanzo, c'è anche l'aver letto per due volte due versioni del secondo che le ho inviato (ora le toccherà la terza), c'è anche aver letto il terzo (e le toccherà anche una seconda volta, visto che dovrò riscriverne una parte). Insomma: sono tante, tantissime ore lavoro che lei sta investendo su di me, proprio perchè lei investe sull'autore e cerca di farlo crescere con l'obiettivo di farlo diventare uno "Scrittore" (intendo uno che per mestiere scrive e basta). Tutto questo lavoro al momento lei lo sta facendo "in perdita", senza nessuna garanzia che le rientri nulla: quando uscirà il testo con la Rizzoli (tra un anno e più immaginiamo) nessuno sa se venderà o meno; nessuno sa se io riuscirò mai a diventare uno "Scrittore" vero. E se il libro non vende nulla, tanto da non arrivare all'anticipo datomi? E se nonostante tutto non riuscissi più a scrivere nient'altro di buono, di appetibile per una grossa CE? Queste ore lavoro a lei chi le ripaga? Insomma, investire su uno sconosciuto, per un'agenzia di un certo livello, è un rischio enorme. Vero è che puoi rifarti di tutto con gli interessi se lo scrittore "sfonda", ma in quanti "sfondano", in un mercato come quello italiano?
Per un'agenzia prendere un esordiente significa lavorare in perdita, almeno per 2-3 anni con assoluta certezza, poi si vedrà.
Chi si accolla questo rischio, oggi, tra le grandi agenzie? Pochi. Rita Vivian ha quindi tutto il mio rispetto per essere una di quei "pochi" che ancora "ci credono".
Esperienza di un utente, da tenere in considerazione come esempio e informazione utile per gli aspiranti autori
Raccomandato da Black